Se siete amanti del rischio e cercate investimenti che possano avere dei rendimenti in doppia cifra in percentuale annuale potete optare per le obbligazioni africane. Particolarmente interessanti sono quelle del Congo, un paese che sembra avere buoni margini di crescita.
L’obbligazione con ISIN XS0334989000 scade il 30 giugno del 2029 , è stata emessa nel 2017 e dura 12 anni e 3 mesi. Il rendimento è alla pari e prevede un pagamento di una cedola annuale del 6%. L’obbligazione ha erogato interessi iniziali del 2,5% e dal primo luglio 2017 staccherà la seconda cedola fino alla fine. Il rimborso è previsto in forma ammortizzata del 1% del valore nominale per i primi 5 anni di vita e del 4% per il restante periodo con estinzione del prestito prevista per il 30 giugno 2029.
L’obbligazione non si acquista al MOT, mercato libero, ma presso la borsa dell’ Lussemburgo ed è negoziabile in tagli da 1000 Dollari Usa. Al momento quota a circa 70 e verrà rimborsata appunto alla pari a 100. Essendo scambiata in dollari dobbiamo mettere in conto anche la fluttuazioni delle quotazioni della valuta americana che al momento ha quotazioni alte rispetto all’ Euro. Quindi a scadenza se il dollaro si rivaluterà nei confronti dell’Euro avremo guadagnato anche sul cambio, viceversa perderemo. La tassazione invece è del 12,5%, pari a quella dei titoli di Stato italiani come BOT e CCT. Il rating dell’ obbligazione è B- per Standard & Poor’s e B3 per Moody’s.
L’investimento è rischioso, le obbligazioni possono seguire un eventuale default del paese o essere non rimborsate. Essendo quotate in dollari il rischio della valuta è legato solo al cambio euro- dollaro. L’obbligazione ben si presta però nell’ambito di una diversificazione del portafoglio.
Il Congo è un paese molto ricco di risorse naturali. E’ il terzo paese al Mondo per produzione, in termini di quantità e non di valore, di diamanti che vengono estratti dal sottosuolo. Trovano impiego nell’ utilizzo industriale piuttosto che in quello della gioielleria. Nel Congo c’è poi la seconda foresta pluviale al mondo in termini di ampiezza e ci sono poi terreni fertili e risorse idriche. Il Paese fa gola anche per le risorse minerarie che possiede come rame, cobalto, oro, zinco che concorrono a formare il PIL nazionale, legato fortemente all’estrazione di materiali preziosi.
Il Paese è stato martoriato dalla guerra civile che ha distrutto l’economia nazionale oltre a provocare morti e carestie. A partire dagli anni 2000 l’economia, la seconda più industrializzata del continente dopo il Sud Africa, ha subito un processo di profonda trasformazione con conseguente calo delle esportazioni e delle attività a valore aggiunto.
Si guarda al futuro però con rinnovato interesse. Il flusso degli investimenti esteri verso il paese sta aumentando soprattutto nel settore dell’ esplorazione e nella produzione mineraria , specie per rame cobalto e zinco. Anche i diamanti sono importanti nell’ economia nazionale.
La Banca Mondiale si aspetta che l’economia nella Repubblica Democratica del Congo cresca con una media del cinque per cento nel 2017-18, contro il 2,7 per cento nel 2016, grazie all’incremento dei prezzi delle materie prime e dell’espansione dell’agricoltura e dei servizi. Il Congo rimane
Il Congo rimane inoltre il primo produttore di rame in Africa, la sua economia è stata martoriata dai prezzi bassi delle materie prime negli ultimi due anni, inoltre la sua moneta, il Franco, ha perso quasi il 40 per cento del suo valore l’anno scorso.