Riparte la locomotiva Italia, riprendono gli investimenti da parte di industrie ed aziende italiane che ora hanno bisogno di una spinta in più da parte delle pubblica amministrazione: tanta efficienza e meno burocrazia. Sono le parole di Luigi Federico Signorini, vice direttore generale della Banca d’Italia, che ha snocciolato i dati dello studio Eibis 2016 di Bei e Bankitalia.
La BEI è la Banca dell’ Unione Europea che ha come azionisti i 28 Stati Europei dell’ Unione. Si occupa di assumere ed erogare prestiti e finanziamenti per progetti di investimento solidi e sostenibili, perlopiù nell’UE. Bankitalia, chiamata anche Banca d’Italia è la banca centrale della Repubblica Italiana che controlla l’attività finanziaria italiana e ha tra i suoi azionisti altre banche private italiane con una piccola quota di controllo di enti pubblici.
Le cose nel nostro paese sono iniziate a migliorare dalla fine del 2014 che ha segnato un ritorno agli investimenti dopo la grave crisi degli anni passati. Nel triennio 2014-2017 c’è stato un + 11% in investimenti in beni strumentali (mobili, macchinari e tutte le attrezzature utili per svolgere le attività), e nell’ ultimo anno c’è stata una crescita anche nelle costruzioni.
Durante la presentazione dei dati Bankitalia è intervenuto anche il vice presidente Bei Dario Scannapieco che ha rilevato come ci si aspetti dal 2017 una crescita del 2,4% che fa da seguito al + 2% degli investimenti fissi lordi del 2016. “La tendenza dei crediti concessi alle imprese – ha osservato Scannapieco – ha visto un ritorno a tassi di crescita positivi in Italia solamente al termine del 2015“. Secondo il vice presidente della Bei, «il rischio di un prolungato periodo di sotto-investimento in termini relativi, ossia rispetto ad altri Paesi, è quello di minare la competitività a medio e lungo termine dell’economia italiana».
“è necessario aggredire il debito pubblico, e quindi nel nostro Paese, più che in altre nazioni, si deve assicurare la qualità della spesa pubblica e quella dell’investimento pubblico”, ha sottolineato Signorini.
Durante la conferenza sono stati commentati anche i numeri della ripresa. Più di 8 imprese su 10 hanno effettuato degli investimenti durante l’ultimo esercizio, l’84%, siamo in linea con i dati delle altre aziende UE. Il dato negativo rispetto alla media europea è che ancora si fa fatica ad ottenere finanziamenti, il 9% circa delle aziende italiane non riesce ad accedervi. “Le banche italiane, per quel che riguarda il credito verso le aziende per gli investimenti, rimangono prudenti – dice il vicepresidente della Bei Dario Scannapieco – nonostante gli stimoli della politica monetaria, con il costo del denaro molto basso, gli istituti finanziari non si espongono troppo».
Le previsioni per il 2017 sono cautamente buone. Il rapporto realizzato su tutta l’area UE e che ha coinvolto 12500 aziende è ottimistico, un po’ meno per piccole e medie imprese e per i comparti di servizi e costruzioni, ancora in ombra. L’ostacolo principale sembra essere rappresentato dal contesto politico e normativo che ostacola gli investimenti nel nostro Paese e rende difficile investire per migliorare la competitività.